
In effetti, se non fosse per il lodo Alfano approvato nel luglio 2008, oggi Berlusconi sarebbe stato condannato in primo grado assieme all’avvocato inglese Mills nel processo per corruzione alla Guardia di Finanza e le tangenti All Iberian.
Il 10 giugno 2009, al Senato della Repubblica e l’11 giugno, con la fiducia alla Camera dei Deputati, si è scritta l’ennesima pagina nera della democrazia Italiana con il proseguo del Lodo Alfano sulle intercettazioni telefoniche che sottrae alla magistratura uno degli strumenti più efficaci di indagine.
Ricordiamo a tutti che le intercettazioni telefoniche permisero l’arresto di Nino Rotolo, boss di Pagliarelli, dell'analista Antonino Cinà, ex medico di Provenzano e di Totò Riina, del costruttore mafioso Franco Bonura, del branco che ha violentato a turno una ragazza e malmenato il ragazzo prima di chiuderlo nel bagagliaio. Le stesse intercettazioni permisero alla magistratura di indagare sulla compravendita di senatori attraverso l’assunzione in RAI di veline (telefonata Saccà-Berlusconi), ancora, permisero di svelare i rapporti tra Berlusconi e Vittorio Mangano (boss della mafia negli anni 80). Ecco quali sono i timori di questo governo.
Anziché occuparsi della crisi economico-finanziaria ed occupazionale, prendendo seriamente in considerazione le proposte del Partito Democratico, Berlusconi ed il suo PDL cancellano le proprie paure a colpi di fiducia.
E’ il bavaglio preparato ad arte dal PDL e Lega Nord contro la magistratura e l’informazione. I giornalisti della RAI, l’associazione nazionale magistrati, i giornalisti delle reti private ed i giornalisti della carta stampata di tutti i gruppi editoriali stanno protestando contro questa scellerata norma che segna l’inizio di una democrazia controllata.
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