sabato 20 novembre 2010

“ALFANO SI OCCUPI DELL’EMERGENZA CARCERI, NON SOLO DEGLI AFFARI DEL PREMIER”. MICHELE BORDO VISITERÀ IL PENITENZIARIO DI FOGGIA DOPO IL RECENTE SUICID


Dov’è finito il piano straordinario promesso dal Governo per porre fine all’emergenza carceri? Mentre il ministro della Giustizia si occupa degli affari privati del premier a Foggia dobbiamo registrare l’ennesimo suicidio di un detenuto che ripropone la tragica situazione degli istituti di pena: sovraffollati e con personale insufficiente”.

Annuncia una visita nella casa circondariale del capoluogo Dauno l’on. Michele Bordo (Partito Democratico) “per toccare con mano il disagio e comprendere dalla viva voce degli operatori quali sono le difficoltà da fronteggiare quotidianamente in strutture ormai inadatte a garantire dignità e sicurezza a chi è vi recluso ed a chi vi lavora”.

Il deputato del PD ha cercato più volte di attirare l’attenzione del ministro Alfano sull’emergenza vissuta nel carcere di Foggia. In due interrogazioni (una del settembre 2008, l’altra di gennaio 2009) ha denunciato “l’inadeguatezza delle strutture, al cui interno è frequente la violazione delle norme sulla sicurezza o la salubrità”; così come ha chiesto delucidazioni sugli istituti di pena costruiti in Capitanata, spendendo oltre 10 milioni di euro, e mai attivati.

Il ministro non ha mai risposto ai quesiti specifici – afferma Michele Bordo – ma, proprio agli inizi del 2009, annunciava in pompa magna l’imminente elaborazione e attuazione di un piano straordinario di edilizia carceraria, alla cui realizzazione avrebbero collaborato e partecipato finanziariamente anche le imprese. Solo annunci a mezzo stampa! Da allora la popolazione carceraria a Foggia è arrivata ad essere il doppio del previsto e mancano almeno 70 unità al personale di sorveglianza per garantire servizi adeguati ai più elevati standard di sicurezza, per se stessi ed i detenuti.

Mentre a Roma ci si attarda a discutere su come evitare l’applicazione della legge penale ai potenti, nelle carceri ci sono uomini e donne che vivono ammassati l’uno sull’altro – conclude Michele Bordo – Ennesima dimostrazione dell’incapacità di questo Governo di porre mano e risolvere i problemi concreti delle nostre comunità”.

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