venerdì 22 febbraio 2008

Anche noi a Foggia con Veltroni




C'eravamo anche noi a Foggia.

Apre Jovanotti, chiude "Fratelli d´Italia".
Nella centralissima piazza XX Settembre, ad accogliere il candidato premier ci sono almeno 7000 persone. Sono arrivate da tutta la Capitanata e quando, alle sei e mezza in punto, per una pura coincidenza il suono delle campane della chiesa di San Francesco Saverio, che dà proprio sulla piazza, accoglie la discesa di Walter Veltroni dal pullman c´è chi crede che si tratti di una benedizione celeste. A dare il benvenuto al leader, è Valentina Lucianetti, presidente dell´assemblea del Pd foggiano. Poi, Michele Emiliano, acclamato dalla gente come una star, scalda i cuori con un intervento breve, ma incisivo. «Lo sforzo che stai facendo andando dappertutto - dice rivolgendosi a Veltroni - segna la differenza del nostro lavoro di amministratori delle nostre comunità». Emiliano alza la voce: «Siamo stanchi di essere considerati una ruota di scorta di questo Paese. Siamo la locomotiva di speranza per tutto il Sud. Caro Walter, puoi cambiare veramente l´Italia insieme con la gente». Veltroni risponde con altrettanto calore. «Se la salute ci sorregge, faremo 12mila e 600 chilometri, attraversando le 110 province italiane: il bello della campagna elettorale è questo, non stare in televisione tutte le sere». Il leader del Pd insiste sui punti fermi del programma di governo: crescita, innovazione, legalità, lotta al precariato. Parla del compenso minimo legale, del mille euro mensili che dovranno essere garantiti anche ai lavoratori più giovani. Perché, spiega, una cosa è la flessibilità, che va incentivata, un´altra la precarietà, «che deve essere invece combattuta». Il Pd perseguirà il rinnovamento inserendo nelle proprie liste trentenni e quarantenni. «Non sarò capolista in nessuna circoscrizione, ma numero due alle spalle di ragazzi e ragazze di 30 anni che vogliono cambiare la politica», annuncia. In Puglia, promette, «ci saranno candidature fortemente innovative». La sfida è rimettere in moto il Paese. E mentre partono le note dell´inno di Mameli, Veltroni osserva l´entusiasmo della piazza e sorride: «Si può fare, si può fare». Intanto l´assemblea dei circoli e delle associazioni di area socialista che hanno partecipato alla fondazione del PD, hanno approvato un documento, proposto da Salvo Andò, Cesare Marini e Claudio Signorile, con cui si sottolinea che «la presenza attiva dei socialisti diventa, quindi, un fatto politico di interesse generale se non si esprime in autoreferenziali iniziative, ma si lega alla realizzazione di un nuovo e grande soggetto politico» e «perché questo avvenga è necessario partecipare al PD, mobilitando le energie ed intelligenze dell´area socialista e laica, insieme al riformismo cattolico, in un lavoro comune di elaborazione e costruzione».
(L'Espresso)

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