domenica 16 marzo 2008

TRENT’ANNI FA LE BR RAPIRONO ALDO MORO.

Il 16 marzo 1978 le brigate rosse rapirono Aldo Moro e uccisero i 5 uomini della sua scorta.

Quando la Democrazia Cristiana soffriva dell’immobilismo frutto delle trame di un’oligarchia interna, Moro decise di aprire alla politica della “solidarietà nazionale”, che prevedeva l’ingresso graduale del PCI nel Governo.

La politica basata su quel binomio di “centro-sinistra” consentiva a Moro di far decollare la DC, che si ispirava a De Gasperi e a Enrico Mattei, senza che quel gruppo di potere democristiano, che lui definiva “la destra”, potesse impedire le riforme necessarie per il paese.

Quando Enrico Berlinguer fu nominato segretario generale del PCI nel 1972, l’obiettivo di Moro di collocare questa grande forza popolare nel circuito della responsabilità di governo, fece un salto qualitativo. L’anno successivo, infatti, Berlinguer propose il "compromesso storico", cominciando ad emanciparsi dall'URSS. Il processo di allontanamento da Mosca culminò nel 1977, con la dichiarazione del PCI volta a riconoscere la partecipazione dell'Italia nella NATO.

Il 9 maggio 1978 Aldo Moro fu ucciso, pagando con la vita la volontà di realizzare in Italia una democrazia più avanzata. L’11 giugno 1984 morì Enrico Berlinguer. Oggi vive ancora l’idea della politica come strumento per “spostare in avanti gli equilibri del paese e contribuire a trasformarli”.

A Foggia, lo scorso 21 febbraio, tutti noi abbiamo riconosciuto quella ispirazione nel discorso di Walter Veltroni.

Lo abbiamo sentito dire che il paese soffre a causa della politica dei NO, che occorre liberarsi dell’immobilismo creato dalle oligarchie che tengono legata l’Italia, per poter decidere finalmente quali soluzioni dare ai problemi che la attanagliano.

Lo abbiamo sentito dire che “…l’Italia è già in piedi…” e aspetta una classe politica responsabile e libera di farla crescere, progredire, essere competitiva, per affrontare le sfide di oggi e di domani, senza nessuna paura, chiamando le cose con il loro nome.

Le ragioni del compromesso di allora, teso a trasformare la politica e riformare l’Italia, per renderla libera e moderna, oggi si coniugano perfettamente con la missione e i valori assunti dal Partito Democratico.


La Segreteria del Circolo del Partito Democratico
di Monte Sant’Angelo

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