giovedì 19 novembre 2009

NUOVI SCENARI POLITICI IN CITTA’


E’ ormai pratica corrente nel nostro paese che, alla vigilia di una competizione elettorale, il quadro politico cittadino venga frammentato e messo in subbuglio per creare confusione e consentire ai singoli di trasformarsi e rigenerarsi. E più le acque si intorbidiscono e più queste metamorfosi diventano invisibili.
Durante lo scorso consiglio comunale, il consigliere Mario Troiano ha abbandonato il gruppo del PD, motivando in maniera blanda e, per certi aspetti scorretta, la sua scelta. Accusa il PD, infatti, di attuare un opposizione troppo superficiale e poco incisiva nei confronti di questa amministrazione.
Tutti siamo al corrente, però, del vero motivo della sua fuoriuscita: la sua adesione e quella del fratello Donato, ad un nascente movimento politico, creato dal nulla.
Attaccare il PD, rappresenta l’estremo tentativo di spiegare un trasformismo, altrimenti non facilmente giustificabile agli occhi degli elettori, con evidente segno di delusione e rammarico per tale comportamento, data la loro nota storia politica e gli incarichi dirigenziali svolti.
Neanche la possibile formazione di un gruppo misto in consiglio comunale può essere considerata come la scorciatoia per raggiungere più facilmente il famelico obiettivo dell’assalto al governo cittadino. I gruppi consiliari non rappresentano la casa famiglia per gli orfani politici, all’interno dei quali confluire in mancanza di una chiara e netta collocazione politica. Perché il ruolo del consigliere è innanzitutto quello di rispettare il mandato conferitogli dagli elettori che lo hanno votato, anche se questo significa stare all’opposizione!
Il Partito Democratico non ha più intenzione di essere usato e strumentalizzato per il raggiungimento degli interessi di alcuni uomini politici; per questo motivo l’uscita di Troiano viene vista da tanti come l’ulteriore conferma del buon lavoro che il partito stesso sta svolgendo al suo interno e nella città.
Parole come partecipazione e collegialità sono ormai i valori che contraddistinguono il modo di fare del PD ed è ovvio che, di fronte a questo terremoto di democrazia, coloro che non vogliono accettare questa sfida scappino via.
Ed è proprio dalla netta rottura con questo vecchio modo di fare politica che è stato generato il grande Partito Democratico, all’interno del quale le diverse componenti (DS, Margherita e Socialisti), non si sono amalgamate per creare un miscuglio eterogeneo ma, bensì, per dare vita ad una esperienza innovativa che si pone come valida alternativa al governo delle destre.

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